Considerazioni sulle preoccupazioni dei Sindaci decreto Sicurezza

Le preoccupazioni dei Sindaci per l’applicazione del Decreto Sicurezza

Fanno notizia, in queste ore, le prese di posizione di alcuni Sindaci contro certe misure del Decreto Sicurezza riguardanti i migranti.

Al di là delle forme di protesta scelte e della loro legittimità, riteniamo importante far conoscere le ragioni delle preoccupazioni espresse da tanti Sindaci e dalle Associazioni dei Comuni, che riguardano sì i diritti dei migranti, ma anche la convivenza fra tutti i cittadini e il loro benessere.

L’articolo 13 della Legge 132/2018 infatti stabilisce che il permesso di soggiorno rilasciato a un immigrato richiedente asilo non è più sufficiente per ottenere la residenza nel nostro Paese: l’immigrato con permesso di soggiorno ha diritto solo al domicilio.
Il mancato accesso alla residenza comporta la perdita di una quantità di diritti le cui conseguenze ricadranno tutte sui Comuni e i cittadini. Il solo domicilio, infatti, non consente ai cittadini stranieri i diritti di:
– voto
– assistenza sanitaria
– iscrizione a scuola dei figli
– iscrizione nelle liste di collocamento, liste di mobilità e simili
– riconoscimento di indennità previdenziali e assistenziali (una pensione)
– conseguimento o rinnovo di documenti di idoneità ( la patente di guida, indispensabile per accedere a tanti lavori)
– diritto di firma nei negozi di diritto privato (es. sottoscrizione di un contratto di microcredito)
– diritto di firma negli atti con la Pubblica Amministrazione (la possibilità di partecipare ai bandi per l’edilizia pubblica).

In sostanza, la privazione della residenza mette a rischio la salute dei migranti con il rischio di diffusione delle malattie. Li priva della possibilità di cercarsi anche minime forme di sostentamento autonomo, di alloggio e di lavoro, con il rischio di generare decine di migliaia di irregolari (secondo alcune stime più di 50.000 nel 2019) che pur di restare in Italia, diventano clandestini, con la sola possibilità di occupare immobili e lavorare in nero, se non diventare manovalanza per la criminalità organizzata: con problemi di convivenza sociale e di ordine pubblico nelle comunità locali, le quali pagheranno il prezzo dei rischi derivanti dalla mancata copertura sanitaria, dalla dispersione scolastica, dall’aumento dei senzatetto, dal proliferare di economie illegali. Si stimano in oltre 280 milioni di euro i costi sociali ed economici che ricadranno sui Comuni.

Come affermano eminenti esponenti della Consulta, non spetterebbe ai Sindaci la decisione di sospendere l’applicazione della legge, se la ritengono incostituzionale. I Sindaci possono ricorrere all’autorità giudiziaria, che a sua volta, se lo riterrà necessario, può investire della questione la Corte Costituzionale.
Nel frattempo tanti Sindaci manifestano tutte le loro preoccupazioni: dal punto di vista umanitario per il rispetto dei diritti non negoziabili garantiti dalla Costituzione, e per le ricadute negative in termini di costi sociali nelle proprie comunità, e ripropongono le modifiche al decreto che potrebbero evitare i problemi evidenziati: mantenere gli SPRAR fondati sull’accoglienza diffusa, che si è rivelata l’unica strada per evitare tensioni sociali tra ospiti e popolazione residente; prevedere sempre l’assenso del sindaco per l’apertura di strutture di accoglienza, secondo logiche di sostenibilità territoriale; mantenere negli Sprar i richiedenti asilo vulnerabili e i nuclei familiari con minori, perché i costi sociali ed assistenziali non ricadano tutti sui sistemi di welfare territoriale; garantire il diritto all’assistenza sanitaria, per la cura delle persone malate ed evitare la diffusione delle malattie; prevedere l’iscrizione alle liste di collocamento e alle liste di mobilità, per favorire la ricerca del lavoro; il riconoscimento di indennità previdenziali ed assistenziali (una pensione), il conseguimento o rinnovo di documenti di idoneità ( la patente di guida) e il diritto di firma nei negozi di diritto privato e negli atti con la Pubblica Amministrazione, per la ricerca di un lavoro e una casa che garantiscano autonomia, integrazione e convivenza.

Auspicando una soluzione condivisa dei problemi sollevati, inviamo cordiali saluti.

Angela e Piero

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