Legge sicurezza: Crema iscrive all’anagrafe i richiedenti asilo

Riportiamo la risposta a un interessante problema col quale probabilmente molti sindaci si stanno confrontando.

Mercoledì 13 marzo Legautonomie Lombardia ha organizzato a Milano un incontro su

La Legge Salvini crea insicurezza: dalla propanganda agli effetti sui territori. I nuovi compiti, le nuove responsabilità, gli strumenti per affrontare la situazione a livello locale”,

con Maria Luisa Crotti, Avvocato del Foro di Cremona e vice Presidente della Camera Penale Distretttuale della Lombardia Orientale, e Alberto Guariso, avvocato dell’ASGI (Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione).

Durante l’incontro la sindaca di Crema, Stefania Bonaldi, ha confermato che il suo Comune ha deciso di riconoscere ai richiedenti asilo il diritto all’iscrizione all’anagrafe. Da alcuni giorni è la stessa sindaca a firmare direttamente i certificati.

Nella sua circolare (a questo link), la sindaca spiega che: “alla luce delle riflessioni e degli approfondimenti operati in relazione alla materia in oggetto,… in forza di ulteriori pareri esaminati sull’argomento e allegati alla presente circolare (vedi allegato 2 e allegato 3), ritengo di aderire all’orientamento interpretativo secondo il quale la Legge Sicurezza non abolirebbe il diritto all’iscrizione anagrafica tout court dei richiedenti asilo, ma si limiterebbe a porre una serie di limitazioni e precisazioni“.

La decisione della prima cittadina, come riporta l’agenzia Redattore Sociale (vedi articolo), va contro quella che è sembrata finora l’unica interpretazione dell’articolo 13 del cosiddetto decreto sicurezza del ministro dell’interno Matteo Salvini, ossia un’interpretazione letterale della norma secondo la quale la richiesta d’asilo “non costituisce titolo per l’iscrizione anagrafica”. “Noi la pensiamo diversamente, spiega Stefania Bonaldi. C’è innanzitutto una questione di fondo, che è quella del rispetto dei diritti umani e del principio di uguaglianza previsto dalla nostra Costituzione. Ma la mia decisione ha anche motivazioni molto pratiche. L’iscrizione all’anagrafe garantisce tutta una serie di diritti e servizi (come l’assistenza sanitaria e l’accesso alla prestazioni sociali, ndr), ma anche la possibilità di avere un contratto di lavoro. Insomma si garantiscono alcuni diritti che consentono ai richiedenti asilo la possibilità di vivere nella legalità, di lavorare e avere una casa, e la comunità può godere di maggiore sicurezza sociale. E poi penso sia un diritto del sindaco avere piena conoscenza di quel che accade nel proprio territorio, sapere chi ci abita e quali problemi sta affrontando“.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.