Comuni sostenibili in Europa: 6 marzo 2020, prossima edizione della Scuola delle buone pratiche

Comuni sostenibili in Europa: verso il 2030 

Sostenibilità ambientale, sociale, economica

Impegno per la democrazia, la pace, la libertà

Venerdì 6 marzo ore 14.00 – 17.00

Fa’ la cosa giusta! Milano, Fieramilanocity

Buone pratiche in rete:

  1. Far parte della Rete dei Comuni sostenibili in Europa: verso l’Agenda ONU 2030
  2. Far parte delle Green City Network
  3. Entrare nella Rete nazionale degli assessori alla gentilezza
  4. Realizzare Rete di Comuni che piantano fiori per  delle vere e proprie “aree salva-api” 

Torna, come ogni anno, la Scuola delle buone pratiche. Un appuntamento importante, che ci consente di fissare la nostra attenzione su alcuni problemi che vivono le nostre comunità e su alcune soluzioni per risolverli.

Il tema che presentiamo quest’anno, e sul quale ci soffermeremo anche negli anni prossimi, è quello che ormai viene discusso in ogni occasione: l’Agenda ONU 2030, i cambiamenti climatici, il benessere equo e sostenibile.

Ci occuperemo di questi temi per raccontare come li stiamo affrontando, le pratiche già avviate per costruire un mondo più giusto, più accogliente, più solidale, più rispettoso dell’ambiente: perché l’ambiente, il pianeta sono la nostra unica casa, i luoghi dove possiamo vivere in salute e in armonia con la natura e con gli altri.

Gli obiettivi dell’Agenda Onu sono complessi e circolari: perché nel nostro mondo tutto è in relazione, come scrive Ilaria Capua, Direttrice della One Health Center of Excellence e Pre-eminent Ful Professor all’Università della Florida: “Secondo me abbiamo bisogno di vedere la salute come un bene che scorre, come una linfa vitale che connette fra loro gli uomini, gli animali, le piante e l’ambiente. Di fatto, uomini, animali, piante e ambiente non sono che vasi comunicanti.” (Ilaria Capua, Salute circolare – Una rivoluzione necessaria – Egea, 2019)
In questa ottica si colgono meglio le relazioni tra gli Obiettivi dell’Agenda Onu 2030: la ricerca della salute e del benessere è correlata con il rispetto dell’ambiente, con la formazione e l’istruzione, la lotta alla povertà e alla fame, ai cambiamenti climatici, con la disponibilità di cibo e lotta allo spreco, con la gestione dei rifiuti e la disponibilità dell’acqua, con le energie sostenibili, con la crescita economica ragionevole, con città inclusive, sicure e sostenibili, con la vita che deve svolgersi in società pacifiche,  accoglienti e solidali.

Tanti Comuni da tempo sono impegnati in azioni per il benessere  delle comunità e il miglioramento dell’ambiente.
Nella Scuola del 6 marzo verranno presentate alcune esperienze che abbiamo chiesto ai diversi protagonisti di raccontarci.

1. Comune di Rho: Bilancio partecipativo: “DIRÒ LA MIA” e: “DIRÒ LA MIA A SCUOLA”
Ci raccontano i progetti: Andrea Orlandi, Vicesindaco e Assessore al bilancio, e Valentina Giro, Assessore alle politiche scolastiche

 “DIRÒ LA MIA”
Due interessanti esperienze di democrazia partecipata giungono dal Comune di Rho: una per gli adulti, una per i giovani delle scuole. Il Bilancio partecipativo è una pratica di democrazia diretta, di partecipazione reale,  che coinvolge i cittadini nelle scelte del Comune, nella raccolta di idee, nella definizione di progetti e nella realizzazione di opere che contribuiscano al futuro e al benessere della comunità. Gli scopi intendono rinforzare l’alleanza tra Amministrazione e territorio, aprendo i processi decisionali dell’Ente alla partecipazione stabile e strutturata di cittadini e stakeholder e favorendo la loro collaborazione all’attuazione del programma di mandato. Molti i partecipanti, molti i progetti, 20 i progetti finalisti.

“DIRÒ LA MIA A SCUOLA”
Un progetto dedicato a ragazzi delle scuole per coinvolgerli nelle scelte sulla Città. I ragazzi delle scuole secondarie di primo grado presentano dei progetti per la Città, e insieme agli studenti delle scuole primarie votano i migliori. Il progetto è incentrato sulla divulgazione degli obiettivi dell’Agenda 2030 rispetto alla fascia di ragazzi tra i 9 e i 14 anni. Si sviluppa la creatività dei ragazzi per azioni concrete legate alla comunità e al territorio di riferimento. 
È uno strumento per  rafforzare i legami verticali tra istituzione e cittadini, anche quelli più piccoli;  rafforzare i legami orizzontali tra cittadini e tra cittadini e forme organizzate della società: associazioni, oratori, scuole, consulte; aumentare l’efficacia dell’azione amministrativa.

2. Comune di Mantova: Progetto ‘Lunattiva’ 
Racconta il progetto Nicola Martinelli, Assessore ai Lavori Pubblici

Il progetto Lunattiva riguarda un quartiere periferico di Mantova dove abitano quattromila persone, per lo più in novecento alloggi popolari, in un contesto dove non sono rari i conflitti di condominio, il disagio abitativo, la disoccupazione. 
Si basa sul welfare abitativo, per migliorare la coesione sociale tra gli inquilini dell’edilizia residenziale pubblica, e tra questi e gli altri cittadini.
Il progetto vuole incentivare la partecipazione e la cittadinanza attiva degli inquilini in debito sul canone di locazione attraverso una serie di attività valorizzate con i Puntiluna: attraverso una sorta di banca virtuale, i residenti negli alloggi popolari possono impegnarsi in attività sociali all’interno del quartiere ottenendo, appunto, i Puntiluna. Questi corrispondono, poi, a risorse economiche che serviranno a ridurre l’affitto o la morosità ove presente.

Il progetto sollecita la partecipazione dal basso dei cittadini, che propongono essi stessi interventi e progetti. Tantissime attività di aggregazione sono state realizzate e tante ne verranno istituite. Le famiglie non coinvolte nell’edilizia Aler e comunale, possono mettere a disposizione puntiluna per gli altri. Così si rafforza la coesione sociale tra gli inquilini Aler e tra questi e gli altri. Il progetto riguarda molti ambiti degli obiettivi 2030: ambiente, lotta alla povertà, accoglienza, inclusione, solidarietà.

Progetto interessante per la sua originalità, sia per gli scopi, sia perché affronta in modo serio, ma anche divertente e coinvolgente, un tema che riguarda tante situazioni delle nostre città.

3. Comune di Villimpenta: un Assessorato alla Gentilezza: “Alla violenza diciamo: NO, grazie”
Racconta il progetto Maria Teresa Formoso, Assessore alla Gentilezza

L’assessorato alla gentilezza promuove valori e pratiche positive per favorire il benessere e la crescita sociale, contribuendo a creare il futuro in cui vivranno i bambini di oggi, occupandosi della buona educazione, del rispetto verso il prossimo e la cosa pubblica.

L’idea di un assessorato alla gentilezza è stata lanciata subito dopo le elezioni amministrative del 26 Maggio 2019, dall’Associazione Cor et Amor, costituita nel 2014 per  “promuovere la conoscenza, la pratica e lo sviluppo del gioco con approccio e finalità etiche per favorire il progresso ed il benessere umano” . Il primo Comune ad aderire alla proposta è stato Rivarolo Canavese in provincia di Torino; oggi gli assessori alla gentilezza sono più di 80, presenti in 12 regioni italiane, dal nord al sud. Il compito principale di un assessore con delega alla gentilezza è quello di testimoniare con il proprio modo di essere, con il proprio comportamento, con il proprio lavoro, questa “speciale virtù”. Quindi promuovere, iniziative “gentili” per sensibilizzare sempre di più bambini e adulti a comportamenti cortesi ed educati con attività culturali e ludico-ricreative.

Esempi di buone pratiche gentili organizzate in vari Comuni: calendario della gentilezza, panchina della gentilezza, giocattolo sospeso, il baratto della gentilezza, l’albero della gentilezza, segnaletiche stradali gentili, regaliamo un sorriso, segnalibro della gentilezza. Entrando a far parte della Rete Italiana degli Assessori alla Gentilezza, gli Assessori si impegnano a partecipare ai giochi della gentilezza il 22 settembre di ogni anno, a promuovere iniziative per la diffusione della cultura della gentilezza nel corso dell’anno sul proprio territorio, a condividere le iniziative e le buone pratiche tra assessori alla gentilezza, adottare un protocollo per la comunicazione gentile con la propria comunità e con la stampa, nominare, con responsabilità, gli ambasciatori alla gentilezza, sul proprio territorio.

4. Oasi di fiori per le  api. Tredici comuni della Marca Trevigiana salvano le api seminando facelia
Racconta il progetto Facelia Mauro Migliorini, Sindaco di Asolo (TV) 

Le api muoiono. Basta un fiore, un semplice fiore piantato sui balconi, nei giardini, nei parchi pubblici: contribuisce a salvare la loro vita.

Dalla salute della api dipende anche la nostra vita: fino al 35% della produzione di cibo a livello globale dipende dall’impollinazione naturale, e 71 delle 100 colture da cui dipende il 90% della produzione mondiale di cibo, sono legate al lavoro di impollinazione delle api. Solo in Europa, 4000 diverse colture crescono grazie alle api. Per questo, se gli insetti impollinatori continueranno a diminuire, come sta già accadendo, molti alimenti potrebbero non arrivare più sulle nostre tavole. Le api inoltre sono sentinelle dell’inquinamento: dove vivono e crescono le api, l’inquinamento è inferiore rispetto ad altre zone.

Quindi seminiamo tanti fiori per le api: in terrazzi, giardini e aiuole pubbliche fino a realizzare lunghi corridoi di fiori che piacciono alle api, ricchi di nettare e polline, e fiori  che ci siano in primavera, ma anche in estate e in autunno. Vere e proprie “aree salva-api”, naturalmente escludendo l’uso di pesticidi chimici.

La partecipazione è gratuita con iscrizione obbligatoria a questo link: Iscrizioni Scuola delle buone pratiche

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